I resti di Alessandro Coatti sono stati scoperti domenica alla periferia di Santa Marta, città portuale sulla costa caraibica della Colombia.
Ha sconvolto tutti la morte di Alessandro Coatti, un ricercatore italiano che da diversi anni viveva a Londra e il cui cadavere è stato trovato fatto a pezzi e occultato in una valigia, alla periferia di Santa Marta, città portuale sulla costa caraibica della Colombia. Un omicidio che ha moltissimi punti oscuri e rispetto al quale oggi le autorità colombiane lanciano anche una taglia sugli assassini.

Alessandro Coatti lavorava per la Royal Society of Biology (RSB), era nato e cresciuto in provincia di Ferrara, tra Portomaggiore e Alfonsine, ed era persona appassionata del suo lavoro, come lo ricordano oggi i suoi colleghi, ma anche i suoi familiari. Dalle prime informazioni, si apprende che per riconoscere il suo cadavere è servito un braccialetto di un albergo che aveva al polso.
Le ultime ore di Alessandro Coatti, morto in circostanze atroci in Colombia
Una vera e propria scena da film dell’orrore è quella che si sono ritrovati davanti gli inquirenti locali: infatti, a quanto si apprende, una parte del cadavere era stata occultata nella valigia, altri resti del corpo sono stati rinvenuti in un’altra zona della città. Le ultime notizie sul giovane uomo vivo risalgono a sabato sera, quando si era allontanato dall’hotel che lo ospitava per recarsi in un locale.

I suoi colleghi londinesi oggi ricordano Alessandro Coatti, 42 anni, come “divertente, caloroso, intelligente, amato da tutti coloro con cui lavorava”. Cosa sia successo al giovane uomo è compito degli inquirenti locali scoprirlo, mentre anche la Procura di Roma, in un procedimento coordinato dal procuratore capo Francesco Lo Voi, ha aperto un fascicolo per omicidio, sebbene senza indagati.
Una taglia sugli assassini di Alessandro Coatti
Santa Marta è la porta di accesso ad alcune delle destinazioni turistiche più popolari della Colombia, tra cui il Parco Nazionale Tayrona, Minca e le montagne della Sierra Nevada de Santa Marta, e il primo cittadino della città colombiana, Carlos Pinedo Cuello, ha offerto una ricompensa di 50 milioni di pesos colombiani, equivalenti a oltre 10mila euro, per chiunque possa dare notizie sull’accaduto.

Quello di Alessandro Coatti, infatti, si configura come un vero e proprio giallo dai contorni oscuri e di difficile soluzione: il giovane, dopo aver lavorato per diversi anni nell’istituto di ricerca londinese, aveva scelto di trasferirsi in Sud America, arrivando nel 2024 in Ecuador. Non si conoscono esattamente i suoi piani, anche se uno zio della vittima ha spiegato che il sogno di Alessandro Coatti era restare nell’America Latina.
Il ricordo di Alessandro Coatti da parte di chi l’ha conosciuto
Il giovane ricercatore, prima di trasferirsi a Londra una decina di anni fa, aveva studiato alla Normale di Pisa, laureandosi in biologia nel 2010. I docenti lo ricordano come “un bravissimo ragazzo, una persona buona, che aveva lasciato il segno per la sua competenza e per la grande umanità che trasmetteva”. Commosso – come abbiamo visto – è anche il ricordo dei colleghi della Royal Society of Biology.
Qui era stato responsabile del team della politica scientifica e poi come responsabile senior, prima appunto di lasciare – forse definitivamente – alla ricerca di una sorta di sogno sudamericano. Su LinkedIn, in passato, Alessandro Coatti aveva spiegato di essere “concentrato in modo particolare su temi di ricerca etica e innovazione, in particolare nei settori animale e biomedico”.